La business continuity e l’etica aziendale

22/11/2019 Autore: Maria Moro

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La capacità di essere resilienti e garantire la continuità dell’attività, unita alla condivisione con gli stakeholder, può avere un riflesso positivo sulla reputazione dell’impresa

Negli ultimi anni, la continuità aziendale e la resilienza hanno assunto una nuova dimensione alla luce dei rischi emergenti e delle aspettative in evoluzione dei clienti.
È noto alle imprese che il potenziale strategico, operativo e finanziario così come i rischi reputazionali, sono direttamente correlati al rischio di interruzione di attività: in caso di un evento inatteso e non controllabile che determina una sospensione nel processo produttivo, quindi, la capacità di gestire la continuità aziendale permette di salvaguardare gli interessi complessivi dell’impresa. Mostrarsi capaci di resilienza di fronte ad un evento di rottura è una caratteristica che distingue l’azienda forte: si tratta di saper rispondere con successo a momenti di crisi, adattandosi in maniera positiva alle mutate condizioni per mantenere comunque il proprio profilo e garantire i propri interessi e quelli degli stakeholder.
Da questo punto di vista assumono particolare rilevanza due aspetti: la crescente instabilità geopolitica e il valore per il mercato dei requisiti etici.
Il report “Ties that bind”, scritto da Elsa Goutveniger e pubblicato da Rims, l’associazione di risk management statunitense, si focalizza sulla business continuity e sulla capacità di mitigare in modo proattivo i rischi emergenti che abbiano implicazioni reputazionali, in particolare i rischi geopolitici. L’attitudine a gestire in maniera integrata tali rischi diventa fattore chiave di resilienza dell’azienda e punto di forza da far valere nei confronti degli stakeholder. Sapersi adattare ai momenti di cambiamento, garantendo anche una continuità operativa, è un elemento che viene incontro alle aspettative sempre più mutevoli del mercato ma anche delle organizzazioni statali.
Poiché la crescente instabilità mondiale è caratterizzata da perturbazioni del business associate a disordini civili e incertezza politica, la gestione della business continuity offre l'opportunità alle imprese resilienti di salvaguardare non solo i propri interessi ma un intero ecosistema, inteso come l’associazione tra l’attività economica e la sua dimensione sociale. Quest’ultimo aspetto sta assumendo un’importanza crescente: le competenze aziendali basate sui risultati finanziari e su un'offerta di qualità non sono più i soli requisiti per avere successo, per le imprese è ormai d’obbligo agire eticamente e avere un impatto positivo e di tutela sulla comunità.
In breve, oggi ci si attende che le imprese rispondano ad esigenze sia economiche sia sociali: la business continuity offre loro una strada per affrontare entrambi gli imperativi combinandoli e integrandoli nelle pratiche aziendali, migliorando così i valori etici di impegno, integrità, trasparenza e fiducia.
L’obiettivo di rispondere alle aspettative sia economiche che sociali offre ai risk manager l'opportunità di influire sulla gestione della continuità aziendale, spingendo affinché i requisiti etici siano integrati nei processi critici all'interno di un'organizzazione.
Si tratta di mettere la business continuity e la reputazione al centro del modello di resilienza aziendale: le modalità con cui verrà gestita la business continuity potranno avere un ruolo nell'impegno dell’impresa in tema di responsabilità sociale, se sapranno allineare gli interessi dell’organizzazione con le esigenze della società.
Oggi la tendenza emergente per ottenere la fiducia degli stakeholder si basa infatti sul confronto tra gli interessi di tutte le parti e sulla promozione di una maggiore collaborazione e sinergia.