Cambia il consumo cinese post Covid
10/07/2020 Autore: Maria Moro
L’economia cinese riparte con più fatica rispetto alle attese e con minore ottimismo. Nel periodo di chiusura la crescita dei consumi è crollata, e i consumatori che escono dalla pandemia mostrano nuove propensioni.
La crisi dei consumi provocata dal Covid-19 ha colpito la Cina forse più di quanto lo stesso governo del paese si attendesse, dando origine a riflessi anche sull’economia globale, in particolare per i settori del lusso.
Reali difficoltà e un sentiment orientato alla cautela determineranno in Cina una ripresa dei consumi più simile ad una curva a U che a V, ampliando i tempi della ripartenza. Su questo si innervano altre importanti novità che influenzeranno i prossimi trend di consumo. Alcune evidenze sono state trattate da Francesco Boggio Ferraris, Direttore della Scuola di formazione permanente della Fondazione Italia Cina, nel corso del webinar "Evoluzione della comunicazione digitale e dell'e-commerce post Covid”, organizzato il 22 giugno scorso da Fondazione Italia Cina, in collaborazione con Digital Retex.
Colpisce in particolare l’andamento del tasso di crescita mensile delle vendite di beni di consumo, che è passato da +8% di dicembre 2019 (ma costante in tutto il 2019 tra +7% e +8%) a -20,5% del bimestre gennaio-febbraio, con una piccola ripresa a marzo che ha “contenuto” la perdita a -15,8%. Stando ai dati ufficiali del National Bureau of Statistics of China, nel mese di marzo le vendite totali al dettaglio sono state pari a 2.645 miliardi di yuan, segnando -15% del valore su base annua (detratto il fattore prezzo).
L’andamento a livello di settori merceologici non è dissimile a quello registrato in Europa, con risultati particolarmente negativi per l’automotive, il tessile, la gioielleria e l’arredamento, che nel primo trimestre dell’anno hanno perso anche oltre 30 punti percentuali sul 2019. Al contrario, mostrano una positività settori più correlati alla particolarità del periodo di quarantena, come quello dell’informatica di consumo o la medicina tradizionale cinese.
VERSO NUOVI TREND DI CONSUMO
Guardando alle famiglie, il consumo pro-capite è sceso dell’8% nei primi tre mesi del 2020, rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Ad influire, oltre ai fattori collegati direttamente alla quarantena, una contrazione del reddito reale, che pur essendo aumentato in termini nominali dello 0,8% risente del fattore prezzo fino ad un effettivo -3,9% (1.114 euro è il reddito disponibile pro-capite in Cina nel primo quarto del 2020).
In chiusura l’intervento di Boggio Ferraris si è soffermato su alcuni trend emersi in Cina dal periodo di lockdown e destinati a consolidarsi: una crescita dell’e-commerce e una maggiore attenzione dei consumatori verso il benessere personale e verso orientamenti di Corporate social responsability indirizzati alla sicurezza delle persone e dell’ambiente. Un campanello d’allarme, secondo alcuni osservatori, riguarda una nuova tendenza dei consumatori cinesi – sostenuta anche da politiche di governo – di favorire i consumi interni anche nel settore del lusso, a discapito dell’esperienza di acquisto all’estero legata al turismo specialmente verso l’Europa: un tema di particolare rilievo se si considera che ad oggi i consumatori cinesi del lusso pesano per un terzo del valore globale del settore.