Pandemia e rischio sociale nei paesi emergenti

22/01/2021 Autore: Maria Moro

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Secondo l’aggiornamento trimestrale di Aon, nei mercati di frontiera ed emergenti il rischio maggiore collegato alla pandemia è l’aumento della disuguaglianza sociale, con relativa crescente esposizione ai disordini sociali. Da monitorare inoltre l’effetto della pandemia sul mercato dei servizi digitali, dove crescono i paesi emergenti.

La nuova edizione dell’Aon Political Risk - Quarterly Update si focalizza sull’impatto sociale della pandemia, in particolare nei mercati emergenti, e sulle previsioni che riguardano il potenziale economico e strategico dei servizi internet, che hanno avuto un’ulteriore forte spinta proprio nel corso del 2020 sull’onda delle limitazioni alla mobilità in quasi tutti i paesi avanzati.

I mercati emergenti (EM) e quelli di frontiera (FM) hanno subito un impatto meno pesante del contagio da Covid-19 rispetto ai paesi più sviluppati (DM), ma rischiano di subire un danno maggiore a livello economico, con pesanti conseguenze sul rischio politico e sociale. Si prevede che per queste aree l’accesso ai vaccini sarà disponibile più tardi rispetto ai paesi più avanzati, con un conseguente periodo più lungo di esposizione e di alternanza tra aperture e lockdown. Nei mercati emergenti i danni economici saranno ancora maggiori rispetto ai paesi DM: innanzitutto questi paesi hanno una struttura economica più vulnerabile - basata sul turismo e sulle rimesse – con un mercato del lavoro più rigido e con limiti più elevati al sostegno fiscale sono i più alti; inoltre i mercati emergenti presenteranno una maggiore flessione del Pil del 2020 e un minore livello di fiducia dei consumatori. Gli osservatori di Aon ritengono che le prime due conseguenze di tale situazione saranno l’aumento del rischio di mancato pagamento del debito sovrano e l’aumento della violenza politica. A proposito di questo ultimo aspetto, l'aumento della disoccupazione a causa della pandemia di Covid-19 sarà più significativo nei mercati di frontiera, a causa della maggiore quota di persone con lavori non inquadrati o saltuari e di un numero più limitato di lavoratori che hanno la possibilità di operare da casa. Queste premesse porteranno a un aggravamento della disuguaglianza di reddito e della differenza sociale, segnata anche dall’impossibilità per molti ragazzi di seguire le lezioni a distanza. Così come evidenziato dall’International Country Risk Guide del Fmi, esiste un forte rischio di correlazione tra pandemie e disordini sociali, tanto più elevato quanto maggiore è la disuguaglianza di reddito nel paese. 


Iran e Zambia possono accendere crisi locali 

In generale, parlando di rischio complessivo, Aon ha registrato nell’ultimo trimestre del 2020 un cambiamento nella valutazione di sette paesi: Iran, Kirghizistan e Macedonia hanno visto il loro punteggio di rischio complessivo diminuire, mentre è aumentato il livello di rischio di Macao, Montenegro, Swaziland e Zambia. Tra questi la situazione dello Zambia è la più delicata, in quanto è il primo paese africano a dichiarare l’insolvenza il proprio debito dalla pandemia: il rischio è di un effetto domino che coinvolga gli altri paesi dell’area. Tra i paesi che hanno visto diminuire il loro livello di rischio, la situazione più incerta è in Iran, legata com’è alle prospettive di una possibile distensione sotto la nuova presidenza statunitense e alle sue ripercussioni sugli equilibri politici di tutta l’area del Medio Oriente.


La newsletter di Aon si sofferma poi ad analizzare come il 2020 abbia portato ad un’accelerazione di tutto quanto riguarda la tecnologia digitale e di come i servizi erogabili possano rappresentare “il nuovo oro”. A livello globale, l'Irlanda, il Lussemburgo e il Regno Unito sono in cima alla classifica delle esportazioni di servizi digitali in rapporto alle esportazioni totali di servizi, seguite da tre paesi dei mercati emergenti, Israele, Kuwait e India, che esportano tramite il digitale il 65% dei propri servizi.

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