Nel 2021 l’Asia guiderà la ripresa

15/02/2021 Autore: redazione ANRA

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Con il superamento della crisi pandemica si attende una crescita eterogenea per paesi, settori di attività e livelli di reddito, anche se solo le economie asiatiche torneranno nei dodici mesi ai livelli precedenti al 2020

L’andamento della pandemia non ha seguito le previsioni ottimistiche di un’ondata che si sarebbe spenta con l’estate, si palesa al contrario il rischio di reiterazione di ondate periodiche, una modalità che impatta in maniera molto forte sul sistema economico e che può essere interrotta solo dal rafforzamento delle politiche vaccinali e dall’individuazione di protocolli di cura efficaci.

A distanza di un anno dall’inizio della pandemia di Covid-19, e dall’inizio della recessione globale più forte dalla fine della seconda guerra mondiale, il Barometro di Coface stima che la crescita mondiale potrebbe attestarsi nel 2021 a un +4,3% medio, mentre il commercio globale dovrebbe aumentare del 6,7% in volume (dopo -5,2% nel 2020). Queste previsioni presuppongono che le principali economie avanzate siano in grado di vaccinare almeno il 60% della popolazione entro l’estate. Il calo dei fallimenti d’impresa nel 2020 in tutte le regioni del mondo (-12% a livello globale, -22% nell’eurozona, -19% in Asia-Pacifico e -3% in Nord America), può essere attribuito ai piani di supporto da parte dei governi, la cui prosecuzione permetterà a molte imprese di sopravvivere quest’anno. Tuttavia, malgrado l’impatto dei diversi piani di sostegno dei governi, Coface prevede che lo shock registrato nel 2020 porterà a un aumento delle insolvenze nel 2022, in particolare in Spagna (16% rispetto al 2019), Francia (13%), Italia (9%) e Germania (6%).

La crescita globale potrebbe essere guidata dalle economie asiatiche con in testa la Cina, mentre le principali economie avanzate quest’anno non riusciranno a tornare ai livelli di Pil pre-crisi, in particolare avranno tempi di ripresa più lunghi i paesi fortemente dipendenti dalle attività di servizi (come Spagna e Regno Unito) o quelli in ritardo con la campagna di vaccinazione.

A livello di settori produttivi, tra i 23 miglioramenti delle valutazioni settoriali di quest’anno, quasi la metà è attribuibile al settore automobilistico, la cui crescita ha sorpreso positivamente nella seconda metà del 2020, seguito da costruzioni e chimica. Molte attività di servizi risulteranno inevitabilmente indebolite dalla pandemia nel lungo periodo: il settore dei trasporti è il più colpito, con 9 declassamenti delle valutazioni di rischio settoriale.

La crisi ha portato con sé anche un aumento della disoccupazione, che potrebbe aggravarsi in questi mesi. Rispetto al resto della popolazione, la perdita di posti di lavoro ha colpito maggiormente i lavoratori meno qualificati, i giovani e le donne, queste categorie sono particolarmente presenti nelle attività di servizi più penalizzate. Inoltre, secondo l’esperienza di Coface, questo aumento di disparità di reddito durerà a lungo e porterà a maggiori tensioni sociali, che si verificheranno, in media, un anno dopo l’attuale pandemia.