I disordini civili come business risk
19/04/2021 Autore: redazione ANRA
Negli ultimi anni si è assistito a una crescita delle tensioni politiche e sociali in molti paesi, anche tra quelli occidentali. Le imprese possono esserne coinvolte in maniera diretta o indiretta e questo richiede strumenti per farvi fronte.
Manifestazioni violente e disordini civili possono diventare, nel contesto attuale, un rischio significativo per le aziende se comportano danni materiali, interruzione dell’attività o perdita di ricavi.
Nell’edizione 2021 dell’Allianz Risk Barometer, che raccoglie le opinioni sui rischi globali, la voce "rischi politici e la violenza sociale" è tornata nella top 10 per la prima volta dal 2018. Questa tendenza è supportata anche dai risultati di una recente ricerca di Verisk Maplecroft, secondo cui entro la fine del 2022 ben 75 Paesi – inclusa una parte di quelli europei - sperimenteranno un aumento delle proteste e della violenza politica.
Traccia i contorni del problema l'ultima edizione del Global Risk Dialogue di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), che conferma come danneggiamenti e perdite dovuti a tumulti popolari, rivolte, proteste, atti di vandalismo o ad altre forme di disordini civili, siano ora tra le principali esposizioni al rischio politico per le aziende, con il continuato impatto della pandemia di Covid-19 che probabilmente provocherà ulteriori tensioni. Nel 2020, esempi di questa situazione sono state alcune derive violente delle proteste "Black Lives Matter" negli Stati Uniti e delle manifestazioni contro il lockdown in Germania, ma anche gli attacchi incendiari a torri di telefonia mobile nel Regno Unito.
Se già negli ultimi anni si era assistito a un aumento dei disordini civili, l’epidemia di Covid ha esacerbato tensioni già presenti. La pandemia ha indotto i governi ad adottare misure di contenimento che hanno avuto un impatto socio-economico significativo e che hanno influenzato negativamente la stabilità politica, aumentando le polarizzazioni e portando in primo piano le questioni riguardanti l'uguaglianza, il peggioramento delle condizioni di lavoro e i diritti civili. Il rischio tocca ogni paese, ma è più elevato laddove per far fronte alla crisi socio – economica non è stata predisposta una rete di sicurezza sociale.
Adeguare i Business Continuity Plan e le coperture assicurative
In un contesto di questo tipo, i Business Continuity Plan aziendali dovranno affrontare in modo proattivo i rischi di violenza politica, in particolare nei settori altamente esposti come quello della vendita al dettaglio.
Le perdite finanziarie per le imprese possono determinarsi anche se l’azienda non è coinvolta direttamente dei disordini: gli utili possono risentirne anche nel caso in cui l'area circostante venga isolata per un tempo prolungato o se si rivela necessario riparare le infrastrutture circostanti.
A titolo di esempio, durante le manifestazioni dei "gilet gialli" a Parigi si sono verificati casi di danneggiamenti e saccheggio dei negozi: a poche settimane dagli eventi la Federazione francese del commercio al dettaglio ha riferito che a livello nazionale i negozianti hanno perso 1.1 miliardi di euro di entrate.
Per AGCS, prepararsi ai rischi di violenza politica è oggi fondamentale, in particolare per settori esposti come la vendita al dettaglio. Le imprese devono rivedere i loro Business Continuity Plan, che di solito si concentrano sulle catastrofi naturali ma che vanno strutturati anche per affrontare i disordini politici e altri tipi di interruzione d’attività, come quella derivante dagli incidenti informatici.
Tra i suggerimenti, l’esigenza di dotarsi di procedure definite e testate verso gli stakeholder interni ed esterni e per la comunicazione, ma anche una verifica delle proprie coperture assicurative per valutare l’adeguatezza delle coperture Property o se non sia necessario dotarsi di soluzioni più complete e profilate.