Il futuro delle Associazioni: prospettive nazionali ed europee
27/09/2021 Autore: Angelica Uberti
Le Associazioni di Risk Management europee si radunano in una virtual round table con FERMA e Mike Morrissey - Chief Executive of the European Cancer Organisation per parlare di prospettive, sfide e obiettivi futuri per il Terzo Settore
In Europa, il mondo delle associazioni è una realtà che impegna oltre tredici milioni di cittadini e che negli anni ha conosciuto una crescita senza precedenti. Tuttavia, in un periodo storico caratterizzato da una delle più grandi crisi economico-sociali che il mondo moderno abbia mai conosciuto, la domanda che sorge spontanea è: in quali acque navigano oggi le associazioni? Quali sono le prospettive e gli obiettivi futuri di lungo termine? Ne ha parlato FERMA – the Federation of European Risk Management Associations in una tavola rotonda che ha riunito i principali vertici delle associazioni europee di RM insieme a Mike Morissey - Chief Executive of the European Cancer Organisation.
La pandemia da Covid19: rischio o opportunità?
Nei quasi novanta giorni in cui il Coronavirus ha fermato il motore dell’Europa – e non solo -, la macchina dell’associazionismo ha schiacciato sull’acceleratore della solidarietà. Smart e resilienti: le associazioni sono scese in prima linea per dare risposte ai nuovi, urgenti bisogni imposti dal contagio. Dalla consegna porta a porta, alla rapida riconversione online dei servizi, fino alla messa in rete di iniziative in streaming: lo scatto del Terzo settore ha tenuto il passo di un contagio galoppante da Nord a Sud, da Est a Ovest.
Eppure, se la fase di reazione all’emergenza può considerarsi conclusa con successo, nuove sfide si affacciano ora all’orizzonte.
Per sopravvivere e crescere in un mondo presente profondamente trasformato rispetto a quello di diciotto mesi fa, le realtà del non-profit devono intraprendere una maratona decisionale che le accompagni alla piena ripresa dagli effetti della pandemia, nonché all’ingresso nella nuova realtà post-Covid19. In questo percorso in salita, lastricato di ostacoli ma anche di opportunità da cogliere, la bussola che dovrà orientare le associazioni sarà la loro capacità di fare un bilancio delle proprie attività, rivalutando mission e strategie, impatto sociale e sostenibilità economica.
Impatto sociale: quali azioni intraprendere?
L’effetto della pandemia è stato un sisma di magnitudo 7 per tutti, eppure le scosse di assestamento sono state avvertite in modo disomogeneo da associazione ad associazione. Per alcune realtà, c’è stato un aumento vertiginoso dei servizi erogati, mentre per altre la domanda è calata ai minimi termini, tanto da minacciarne la sopravvivenza stessa. Per questi motivi, avviare un percorso di riflessione per ridefinire obiettivi e priorità - singolari e comuni - è per FERMA una tappa miliare se si vuole entrare con il piede giusto nella nuova normalità.
“Il mondo del non-profit esiste per avere un impatto su un territorio, una comunità, un target specifico di persone. Per questo motivo il primo passo da compiere è definire chiaramente ciò che si vuole essere e di quale cambiamento si vuole essere portatori”, suggerisce Morissey.
Nel mondo che il contagio da Coronavirus ci ha lasciato in eredità, rapidità di adattamento al cambiamento, predisposizione alla collaborazione, apertura tecnologica, leadership solida ma aperta al dialogo, risultano essere linfa e nutrimento per le associazioni di RM.
In questa ottica, l’innovazione è senza dubbio una leva essenziale. Innovare, però, non significa solo rispondere in maniera dinamica e proattiva ai nuovi bisogni del settore, ma anche saper cogliere le sfide che la società pone di fronte, per promuoverle in un’ottica sostenibile e inclusiva.
Sostenibilità economica: come finanziare ciò che si fa?
Punto di partenza è, senza dubbio, l’essere economicamente sostenibili. Tuttavia, nonostante l’aumento esponenziale della domanda di servizi, per molte realtà si è registrato un crollo verticale di entrate.
La distanza sociale, l’impossibilità di incontrarsi fisicamente, la tecnologia che non sempre sembra essere vincente, pare minare la sicurezza delle associazioni, che risultano sempre più preoccupate in termini di futuro e sostentamento economico. Eppure, nonostante l’incertezza che aleggia, la Stanford Social Innovation Review - la rivista trimestrale sull’innovazione sociale della Stanford University California – ha individuato tre raggi di azione che possono essere attuati per rispondere in maniera veloce e concreta ai problemi di stallo registrati.
Il primo è uno sguardo sull’oggi: bisogna analizzare la situazione attuale e concentrarsi su domande come: Quali sono i costi operativi mensili? Quanta liquidità c’è in cassa?
Un secondo aspetto, improntato a un orizzonte temporale più lungo, concerne la formulazione di piani di scenario finanziario. “Nessuno può sapere cosa il futuro ci riservi, ma avere in tasca una strategia che delinei il migliore e il peggiore scenario finanziario, al pari di quello più prevedibile, è uno strumento che senza dubbio aiuterà le realtà del non-profit a essere pronte a reagire”, spiega Morrissey.
Un terzo aspetto si focalizza sul coinvolgimento di donatori e stakeholder, in cui si dà spazio a nuove forme di collaborazione, partnership e gemellaggi.
È sempre più comune, infatti, la volontà di esplorare tanto la via della ristrutturazione strategica, quanto l’ipotesi di fusioni mirate con altre associazioni. Per rispondere concretamente ai nuovi orizzonti che si proiettano per il mondo del RM, percorrere questa via permetterebbe sicuramente di aumentare la solidità finanziaria delle realtà coinvolte, ma anche – e soprattutto - di amplificare l’impatto della solidarietà sulle comunità di riferimento, implementando i servizi e rendendo più efficiente ed efficace la macchina operativa dell’associazionismo europeo.