Europa, il destino dei Sistemi Sanitari Nazionali tra rischi e opportunità future
11/10/2022 Autore: Giovanni Favero, Giuseppe Saladini
Mercoledì 12 e giovedì 13 ottobre, al parlamento europeo si svolgerà "La Sanità europea del futuro", il Congresso promosso dal Partito Popolare Europeo con la Presidenza dell’ On. Luisa Regimenti, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico Europeo. Anche ANRA prenderà parte al Congresso, grazie all'intervento congiunto di Giovanni Favero, risk manager e direttore editoriale dell’Associazione, e Giuseppe Saladini, docente universitario di medicina legale e delle assicurazioni.
funzione di vitale importanza e contribuiscono al benessere non solo
socio-sanitario, ma anche economico dei diversi Paesi.
In Italia e in Europa possiamo usufruire di una sanità universale, erogata attraverso i SSN, che garantisce a chiunque l’accesso a prestazioni medico-sanitarie in forma gratuita o, per alcune di esse, in partecipazione delle spese, con il pagamento del ticket.
- Il progressivo invecchiamento delle popolazioni con il connesso aumento di patologie croniche;
- Il costo crescente delle innovazioni, in particolare farmacologiche e strumentali;
- Le crescenti aspettative e il costante aumento della domanda di servizi e prestazioni da parte di cittadini e pazienti;
- Il conflitto di interessi tra la gran parte degli Attori in Sanità e la Salute.
Si tratta di spinte dei produttori di tecnologie sanitarie e di erogatori di
prestazioni, i cui interessi finanziari oggi non coincidono con le soluzioni
più costo-efficaci per il Servizio Sanitario Nazionale e per la Società. La
loro pressione sta alla base della medicalizzazione di problemi che si
potrebbero gestire in modo diverso, dalla continua forzatura/offerta di
screening non raccomandati e check-up (con connessa sovradiagnosi), di sempre più basse soglie per definire malattie e rischi di malattia, di nuove
tecnologie più costose e di un diffuso abuso tecnologico.
In tutti i Paesi UE, i finanziamenti per le cure derivano sia da fondi pubblici, sia da fondi privati (principalmente mutue, fondi sanitari o compagnie assicurative private). La copertura sanitaria complessiva nell’Unione Europea è quasi totale (98-99%), eccezion fatta per la Germania in cui raggiunge l’88%. La copertura comprende: i servizi per la sanità pubblica, il primo soccorso, gli ambulatori, la prescrizione di farmaci, le cure per la salute mentale, le cure odontoiatriche, la riabilitazione e l’assistenza a domicilio, anche se in alcuni Paesi c’è un certo divario tra ciò che è ufficialmente sotto copertura e ciò che lo è realmente.
In alcuni casi diventa così necessario ricorrere alla sanità privata per ricevere le cure mediche di cui si ha bisogno nel minor tempo possibile, a causa ad esempio delle lunghe liste d’attesa nelle strutture pubbliche o della scarsità di queste ultime in alcune aree dei vari paesi dell’UE. Questo si è tradotto in un aumento considerevole della spesa out-of-pocket ( cioè “di tasca propria”) negli ultimi 10 anni, come confermato da numerosi studi effettuati come lo “State of Health in the EU · 2019”, realizzato dalla Commissione Europea.
La tendenza in atto nei paesi dell’UE è quella di una progressiva e voluta estensione della sanità cosiddetta “integrativa” ai lavoratori dipendenti privati e pubblici. Dal punto di vista delle coperture assicurative, si possono identificare le seguenti modalità:
- sostitutive (o duplicative, nella definizione OCSE), relative a servizi/prestazioni previsti anche dalla copertura pubblica;
- complementari (supplementari secondo l’OCSE), per servizi/prestazioni non previsti dalla copertura pubblica/non entrati nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA: prestazioni e servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini, in modo gratuito o con ticket, con le risorse pubbliche raccolte con la tassazione);
- aggiuntive, per quote residuali di costi (ticket) o di spesa (es. prestazioni di contorno rispetto a quelle pubbliche, come camere a pagamento) che resterebbero a carico degli utilizzatori.
Per esemplificare prestazioni sostitutive offerte nei vari nomenclatori dei Fondi Sanitari sul mercato (si precisa che i Fondi Sanitari hanno spesso nomenclatori simili e che prestazioni integrative vere rispetto al SSN sono minoritarie e riguardano, ad esempio, odontoiatria e non autosufficienza), si riconducono principalmente a ricoveri in istituti di cura per grandi interventi chirurgici o per interventi chirurgici diversi; day hospital chirurgico; parto cesareo; visite e prestazioni specialistiche; trattamenti fisioterapici riabilitativi; prestazioni odontoiatriche; cure oncologiche; genomica (test genetici).
L’evoluzione auspicata porta a studiare questi nomenclatori trovando migliore sinergia con le prestazioni già garantite dal SSN, favorendo la finalità complementare e la focalizzazione su prestazioni difficilmente ricevibili in ambito pubblico, alleggerendo gli oneri della Sanità Pubblica e riducendo liste di attesa per i cittadini.
“I motivi di insoddisfazione dei cittadini nei confronti del SSN per prestazioni ritenute necessarie ma con lunghe liste di attesa, ticket elevati, prestazioni non garantite sono indubbiamente concreti e rilevanti - dichiara Giuseppe Saladini -. Nella direzione di una sempre più valida e ampia copertura delle esigenze socio-sanitarie dei cittadini dell’UE, i Fondi Sanitari di natura contrattuale (ovvero quelli che coprono i lavoratori
italiani in molti settori) a fianco dei SSN, si caratterizzano come uno strumento ormai indispensabile che ha la capacità sia di attrarre nuovi finanziamenti indirizzati alla tutela globale della salute, sia a concretizzare benefici ai cittadini dell’UE nei momenti in cui siano da affrontare, in termini di efficacia e velocità di erogazione, prestazioni sanitarie".
“L’approccio innovativo consiste nello studio di nomenclatori tariffari ad hoc per i Fondi Sanitari, utilizzando in modo congiunto le competenze del risk manager e del medico legale - aggiunge Giovanni Favero -. Abbiamo portato il case study di Sanilog fondo che copre circa 230.000 lavoratori del settore dei trasporti e della logistica, dove operando con tale metodo si è riusciti a creare una valida sinergia tra migliore copertura da parte del Fondo Sanitario e un concreto obbiettivo di sostenibilità a favore del SSN”.