L’ANRA del prossimo triennio

10/06/2024 Autore: Riccardo Sabbatini

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Il nuovo direttivo, eletto il 9 maggio scorso, guarda alla crescita puntando sulle partnership con università, associazioni di categoria e industriali, per diffondere le pratiche di gestione del rischio nelle imprese e ramificare la presenza di ANRA a livello territoriale

Quali sono i nuovi rischi in arrivo per le imprese? “Quello che osserviamo è un’accelerazione della velocità con cui stanno cambiando le priorità. Le classifiche dei rischi considerati più resilienti, stilate dai principali organismi di ricerca, mutano di anno in anno. Proprio per questo quegli studi non ci aiutano più di tanto. Ci restituiscono immagini in qualche modo già datate dei pericoli, spesso frutto di survey effettuate molti mesi prima della pubblicazione di un report”. Prima la pandemia, poi la guerra, quindi l’inflazione. E ora, chi nelle aziende scruta l’orizzonte alla ricerca di nuvole in arrivo deve anche guardarsi dalle difficoltà nei trasporti globali e dalle troppe interruzioni nella supply chain. 

Per Gabriella Fraire, Insurance Manager di Prysmian, appena nominata a guidare l’associazione di categoria ANRA per il prossimo triennio, il segnale è chiaro. “Dobbiamo essere più attenti a cogliere per tempo i rischi potenziali di quanto di insolito, e non previsto, la realtà ci propone. E soprattutto a essere più reattivi nelle risposte. A predisporre rapidamente piani di recovery che mettano al riparo l’azienda dai pericoli maggiori”.

Il 9 maggio scorso ANRA ha svolto la sua assemblea annuale rinnovando i propri vertici tra i quali, appunto, Fraire ha preso il posto di Carlo Cosimi, giunto al termine del suo mandato. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sulla crescita dell’associazione, che in dieci anni ha visto più che quadruplicati i suoi soci - passati da 201 a 898 - e, soprattutto, per interrogarsi su come sta cambiando il mestiere del Risk Manager. “È una figura sempre più strategica nella governance delle imprese. Certo, bisogna ancora lavorare molto sulla cultura aziendale. Nelle survey osserviamo che spesso il ruolo del Risk Manager non è posizionato come dovrebbe a diretto riporto dell’amministratore delegato. Nella maggior parte dei casi non è così. Molto spesso la figura è destrutturata, con responsabilità che riportano a funzioni diverse; esse non sono integrate e questo crea anche la mancanza di valore aggiunto nel posizionamento del risk management all’interno dell’azienda. Occorre un maggiore ingaggio, un maggiore commitment da parte del top management”.


Per proseguire il suo percorso di crescita, ANRA nei prossimi anni intende utilizzare a fondo lo strumento delle partnership. “Abbiamo già avviato - spiega la neo Presidente – una serie di rapporti di collaborazione con alcune realtà associative imprenditoriali sul territorio e intendiamo proseguire su questa strada perché molto c’è ancora da fare. Ci sono poi le associazioni di altre categorie professionali che interagiscono con le nostre stesse tematiche, quali l’associazione degli Internal Auditor, l’associazione dei direttori finanziari, dei Compliance Manager. Tutti in qualche misura coinvolti come noi nella gestione dei rischi d’impresa. Pensiamo, anche in questo caso, a partnership e a scambi di esperienze che siano di reciproca utilità e supporto delle nostre realtà”.

Lo stesso dovrà avvenire con le università, dove ANRA ha affidato una delega specifica al Vicepresidente Gianluigi Lucietto. “I Risk Manager del futuro arriveranno da percorsi di studio sempre più strutturati. La nostra professione ha iniziato ad affacciarsi negli atenei. I rapporti spesso nascono quando i nostri Soci vengono invitati nelle aule universitarie a raccontare le proprie esperienze. Da quei confronti possono nascere nuove iniziative. Siamo già attivi con gli atenei di Verona e Parma; a Milano abbiamo avviato un rapporto con il Politecnico e un percorso con la Bicocca (con un master sulla sostenibilità). Sono tutte attività da consolidare e implementare”.

Come sarà l’ANRA del futuro? “Vogliamo essere più presenti a livello nazionale, oggi siamo molto nord-centrici con Soci provenienti soprattutto da grandi imprese. Intendiamo colmare i gap esistenti, lavoreremo assieme alle strutture territoriali delle organizzazioni imprenditoriali per raggiungere le imprese, anche di media e piccola dimensione, che oggi non sono coinvolte dalla nostra associazione e più in generale dai temi del risk management”.

Riccardo Sabbatini

Fonte: RM News n.93 - Giugno 2023