Inquietudini così pressanti richiedono una reazione immediata da parte delle aziende e si spiega perché sia le Catastrofi naturali (dal 3° al 6° posto) che i Cambiamenti climatici (dal 6° al 7°) scendono nella classifica annuale, così come la Pandemia (dal 4° al 13° posto), dato che i vaccini hanno messo fine alle chiusure e alle restrizioni e molte aziende hanno migliorato la resilienza della loro supply chain. I Rischi politici sono un'altra new entry nella top 10 dei rischi globali, al 10° posto, mentre la Carenza di manodopera qualificata sale all’8° posto. I Cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare rimangono un rischio importante al 5° posto, con gli Incendi, esplosioni che scendono di due posizioni al 9° posto. Guarda la classifica completa dei rischi globali e nazionali
Joachim Mueller, CEO di AGCS, commenta i risultati: “Per il secondo anno consecutivo l’Allianz Risk Barometer mostra che le aziende sono preoccupate prevalentemente per l'aumento dei Rischi informatici e di Interruzione di attività. Allo stesso tempo, considerano l'imminente recessione e la crisi energetica come minacce immediate per la loro attività Le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l'attuale "permacrisi" derivante dalle conseguenze della pandemia e dall'impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda. La notizia positiva è che, in qualità di assicuratori, osserviamo continui miglioramenti in quest'area da parte di molti dei nostri clienti, in particolare per rendere le supply chain sempre più a prova di errore, per migliorare la pianificazione della business continuity e per rafforzare i controlli informatici. Le azioni per costruire resilienza e ridurre i rischi sono ora al centro dell'attenzione delle aziende, visti gli eventi degli ultimi anni".
Nel 2023, i quattro rischi principali dell’Allianz Risk Barometer sono sostanzialmente coerenti con le dimensioni delle aziende a livello globale (grandi, medie e piccole) e con le principali economie europee e statunitensi (ad eccezione della crisi energetica). Le preoccupazioni delle aziende nei paesi dell'Asia Pacifico e dell'Africa mostrano un certo scarto, che riflette il diverso impatto della guerra in corso in Ucraina e delle sue ripercussioni economiche e politiche.
Pericoli e disservizi nel mondo digitale
"Per molte aziende la minaccia nel cyber-spazio è più forte che mai e le richieste di risarcimento assicurativo rimangono ad un livello elevato. Le grandi aziende sono ormai abituate a essere prese di mira e a respingere la maggior parte degli attacchi mentre assistiamo sempre più spesso alle conseguenze per le piccole e medie imprese, che spesso tendono a sottovalutare la loro esposizione. Tutte devono investire costantemente nel rafforzamento dei loro controlli informatici", afferma Shanil Williams, membro del Consiglio di Amministrazione di AGCS e Chief Underwriting Officer Corporate, responsabile della sottoscrizione cyber.
Secondo il Cyber Center of Competence di Allianz, la frequenza degli attacchi ransomware rimarrà elevata anche nel 2023, e il costo medio di una violazione dei dati è ai massimi storici con 4,35 milioni di dollari che si prevede supererà i 5 milioni di dollari nel 2023. Il conflitto in Ucraina e le più ampie tensioni geopolitiche stanno aumentando il rischio di un attacco informatico su larga scala da parte di soggetti supportati dagli Stati. A ciò si aggiunge una crescente carenza di professionisti di cyber security, che genera problemi quando si tratta di migliorare la sicurezza.
Per le aziende di molti Paesi, il 2023 sarà probabilmente un altro anno problematico per l’Interruzione di attività (BI), perché molti modelli di business sono sensibili agli shock e ai cambiamenti improvvisi, che a loro volta incidono sui profitti e sui ricavi. Al 2° posto a livello globale, la BI è il rischio numero uno in paesi come Brasile, Germania, Messico, Paesi Bassi, Singapore, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti.
Le fonti che generano queste problematiche sono molteplici. Il cyber è la causa di BI che le aziende temono di più (45% delle risposte, al secondo posto la crisi energetica (35%), seguita dalle catastrofi naturali (31%). L'aumento vertiginoso del costo dell'energia ha costretto alcune industrie ad alto consumo energetico a utilizzarla in modo più efficiente, a trasferire la produzione in luoghi alternativi o addirittura a prendere in considerazione l'ipotesi di una chiusura temporanea. Le conseguenti condizioni di penuria minacciano di provocare interruzioni delle forniture in una serie di settori critici in Europa, tra cui l’alimentare, quelli agricolo, chimico, farmaceutico, edilizio e manifatturiero, sebbene le miti condizioni invernali in Europa e la stabilizzazione del prezzo del gas stiano contribuendo ad alleviare la tensione energetica.
Un'eventuale recessione è un'altra probabile fonte di interruzione nel 2023, con il rischio di fallimento e insolvenza dei fornitori, che rappresenta un particolare campanello di allarme per le aziende con fornitori critici singoli o limitati. Secondo Allianz Trade, è probabile che le insolvenze globali aumentino notevolmente nel 2023: +19%.
Tensioni macroeconomiche
Rischi in crescita e in calo
Dato che il 2023 sarà un altro anno di turbolenze, con conflitti e disordini civili in primo piano, i Rischi politici sono una new entry al 10° posto (13%). Oltre alla guerra, le aziende sono preoccupate anche per l'aumento delle interruzioni dovute a scioperi, sommosse e disordini civili, in seguito alla crisi del costo della vita in molti Paesi.