“Le perdite nel settore marittimo sono scese al numero più basso mai registrato nei 12 anni di storia del nostro studio annuale, riflettendo l'impatto positivo che hanno avuto nel tempo i programmi relativi alla sicurezza, la formazione, i cambiamenti nella progettazione delle navi e le normative”, afferma il capitano Rahul Khanna, Global Head of Marine Risk Consulting di AGCS. “Sebbene questi risultati siano incoraggianti, ci sono nubi all'orizzonte. A più di un anno dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'aumento delle “flotte ombra” di petroliere è la più recente conseguenza che minaccia gli armatori, il loro equipaggio e gli assicuratori.
Ogni anno AGCS analizza le perdite e i sinistri (incidenti) di navigazione che coinvolgono navi di oltre 100 tonnellate lorde. Nel 2022 sono state riportate 38 perdite totali a livello globale, rispetto alle 59 dell'anno precedente. Ciò rappresenta un calo del 65% in 10 anni (109 nel 2013). Trent'anni fa, la flotta mondiale perdeva oltre 200 imbarcazioni all'anno. Secondo il rapporto, ci sono state più di 800 perdite totali negli ultimi dieci anni (807).
I rischi di incendio dello scafo e del carico restano preoccupanti
Uno dei principali pericoli delle batterie agli ioni di litio è il “thermal runaway”, un rapido auto-riscaldamento che può causare un'esplosione. Le cause primarie degli incendi delle batterie agli ioni di litio sono la produzione scadente o il danneggiamento delle celle o dei dispositivi della batteria, il sovraccarico e il cortocircuito. Gli incendi nei veicoli elettrici con batterie agli ioni di litio sono difficili da estinguere e possono divampare spontaneamente. “La maggior parte delle navi non dispone delle adeguate capacità di protezione, rilevamento e lotta antincendio per affrontare questi incendi in mare”, afferma Khanna. L'attenzione deve concentrarsi sia sulle misure preventive sia sui piani di emergenza per contribuire a mitigare questo pericolo, come ad esempio un'adeguata formazione dell'equipaggio e l'accesso ad attrezzature antincendio appropriate o il miglioramento dei sistemi di rilevamento precoce”. Sarebbe opportuno che le navi fossero costruite appositamente per il trasporto di veicoli elettrici”.
Allo stesso tempo, i carichi pericolosi vengono trasportati da navi sempre più grandi. La capacità di trasporto dei container è raddoppiata negli ultimi 20 anni. I 10 maggiori operatori di container hanno ordinativi per più di 400 nuove navi e la maggior parte sarà più grande delle navi che sostituiscono. Pertanto, gli effetti degli incendi sono moltiplicati, con perdite potenzialmente più gravi. Gli incendi sono già una delle cause più frequenti di perdite totali in tutti i tipi di navi, con 64 navi perse solo negli ultimi cinque anni. L'analisi di AGCS su circa 250.000 sinistri del settore marittimo mostra che l'incendio è stato anche la causa di indennizzo più costosa, pari al 18% del valore di tutti gli indennizzi analizzati.
I sistemi di reporting del settore imputano circa il 25% degli incidenti gravi, che avvengono a bordo delle navi portacontainer, a merci pericolose non dichiarate correttamente, come prodotti chimici, batterie e carbone, anche se molti ritengono che il numero sia più alto. “La mancata dichiarazione, documentazione e imballaggio corretto di un carico pericoloso può contribuire a provocare incendi o a ostacolare le operazioni di spegnimento”, spiega Khanna. “Etichettare un carico come pericoloso è più costoso. Per questo motivo, alcune aziende cercano di aggirare il problema identificando, ad esempio, i fuochi d'artificio come giocattoli o le batterie agli ioni di litio come parti di computer". Diverse grandi compagnie di trasporto container utilizzano la tecnologia per affrontare questo problema, servendosi di software di controllo del carico per individuare registrazioni e dettagli del carico sospetti e i grandi operatori di container stanno cominciando ad imporre sanzioni. “Sarebbero auspicabili requisiti e sanzioni uniformi per i carichi pericolosi dichiarati in modo improprio”, afferma Khanna.
Ucraina e sanzioni sul petrolio: l'aumento delle “flotta ombra” preoccupa per la sicurezza
Le sanzioni sul petrolio hanno portato la Russia e i suoi alleati a creare una flotta di navi cisterna “ombra” per il trasporto e la vendita di petrolio. Le stime sulle sue dimensioni variano: si parla di circa 600 navi. “È probabile che la flotta “ombra” sia composta da navi più vecchie, che operano sotto bandiere di comodo e con standard di manutenzione inferiori”, spiega Justus Heinrich, Global Product Leader Marine Hull di AGCS. “L'aumento del loro numero è preoccupante e minaccia la flotta mondiale e l'ambiente. Un incidente grave può causare la perdita di vite umane, oltre a danni non assicurati o inquinamento”. Nel maggio del 2023 una petroliera del 1997, non assicurata e senza carico - la Pablo - , è esplosa nel sud-est asiatico, causando la morte dell'equipaggio.
La decarbonizzazione è la sfida più grande del settore
Il trasporto marittimo produce ogni anno circa il 3% delle emissioni globali di gas a effetto serra (GHG) e gli operatori del settore si sono impegnati a raggiungere obiettivi severi per ridurle. Il ritmo e i progressi di questi sforzi dipendono dagli sviluppi tecnologici, dall'adozione di combustibili efficienti dal punto di vista energetico, dalle normative e dalle forze di mercato. Le compagnie di navigazione e gli operatori del trasporto merci stanno già passando a navi alimentate a gas naturale liquefatto e stanno impiegando e sperimentando carburanti alternativi come biocarburanti, metanolo, ammoniaca e idrogeno, oltre a navi completamente elettriche alimentate a energia solare e a batteria, sistemi di propulsione assistiti dal vento, eliche più efficienti e design di prua a bulbo.
La transizione per uscire dal trasporto marittimo a base di carbone comporterà un periodo di cambiamento impegnativo e un investimento significativo di circa 1,4 trilioni di $. È probabile che per i prossimi 5-10 anni esisterà un mix di combustibili, con sfide da affrontare per gli armatori, gli operatori ed i porti. Dal punto di vista dei danni, l'industria non ha ancora assistito ad alcuna richiesta di indennizzo derivante dell’utilizzo di tecnologie o carburanti alternativi. Tuttavia, con l'introduzione su larga scala di questi nuovi prodotti, potrebbero emergere altri problemi. “La collaborazione è fondamentale e lo scambio regolare di informazioni e dati derivanti da test ed esperienze tra le società e gli assicuratori, sarà essenziale per contribuire a ridurre i rischi della transizione”, afferma Heinrich.
Le pressioni economiche tornano alla ribalta
Fattori che incidono sul costo dei sinistri